Design In Tech Report 2017: quattro tendenze su design e tecnologia per il mondo del lavoro e dell’impresa
La progressiva affermazione del design thinking nelle realtà tecnologiche, nelle sfere del management, del prodotto, e delle risorse umane
Il Design In Tech Report è una ricerca annuale coordinata da John Maeda che ha l’obiettivo di fotografare i trend attuali del design e il loro impatto trasformazione digitale del business e delle organizzazioni. Proviamo a estrapolare gli aspetti salienti dell’edizione 2017, la terza, pubblicata lo scorso febbraio. L’intenzione non è tanto quella di fare un riassunto del report intero, ma di estrapolare i passaggi che possono avere un impatto diretto sul mondo del lavoro, anche nel panorama italiano.
Il primo trend da evidenziare è quello dell’ibridazione dei curricula. L’affermazione del computational design evidenzia, rispetto al passato, come design e ingegneria siano pratiche ormai indissolubili. In particolare la programmazione software, anche solo a un livello di alfabetizzazione di base, va vista sempre più come una competenza fondante per la professione di designer, a complemento della progettazione visiva. Una seconda competenza che si aggiunge è quella del “verbal design”, la capacità di lavorare sulla parola come interfaccia – il “copywriting” calato in un contesto di prodotto digitale.
Il secondo trend è legato all’impresa. Continua con sempre maggiore intensità la propensione da parte dei grandi soggetti del mondo tech ad acquisire agenzie di design. Dalle grandi piattaforme (Google, Facebook, Adobe, Salesforce…) alle società di consulenza (Accenture, McKinsey, Deloitte…) ai fondi di venture capital (Sequoia Capital, True Ventures…), l’integrazione del design nelle organizzazioni è un’esigenza sempre più consolidata: un mix di pensiero, competenze, processi e talenti che trova sempre più spazio anche a livello manageriale. Si tratta di una tendenza che trova un corrispettivo anche nel mondo accademico: tutte le principali business schools americane, da Stanford ad Harvard, offrono oggi programmi di studio e iniziative legate al design thinking.
Restando in tema, la centralità della formazione è un altro elemento che emerge in modo netto. Lo scenario è quello di un assestamento ancora in corso. Strumenti e metodologie sono in continua evoluzione, e non ci sono ancora vincitori. Nelle aziende non esistono ancora modelli organizzativi affermati, e i confini tra design, IT, marketing e R&D sono interpretati in modi molto diversi. Nelle ambizioni professionali, la motivazione è ancora la leva principale per il turnover, più del salario.
L’ultima tendenza da evidenziare è la necessità, in questo scenario evolutivo, di considerare sempre più il design come una pratica votata all’inclusione. Nell’era post-iPhone, prodotti e servizi tecnologici non sono più destinati a una nicchia, ma a un pubblico globale che, si potrebbe dire, equivale all’umanità intera. Diversità culturale, problematiche infrastrutturali, accessibilità sono solo alcune delle parole chiave che dovranno caratterizzare la pratica del design di prodotti e servizi digitali.
Il Design In Tech Report 2017 è scaricabile gratuitamente sul sito Designintechreport.wordpress.com.