18 Dicembre 2012
L’evoluzione del Development Center
Una tipica classificazione delle tipologie di Development Center è quella di Griffith e Goodge che, adottando un criterio cronologico di apparizione sul mercato, propongono la divisione tra Development Center di prima, seconda e terza generazione:
- Development Center di prima generazione o “diagnostici”: composti da una sessione di valutazione della durata variabile di uno o due giornate e da una successiva sessione di feedback immediatamente dopo l’evento
- Development Center di seconda generazione o di “sviluppo”: distinto in 3 forme:
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- laboratorio: è forse la più vicina al concetto di devolopment, in cui l’evento cessa di essere una prova per divenire esso stesso un momento di training e di sviluppo. Un primo elemento che lo distingue è l’uso delle prove non come test ma come occasioni in cui sperimentare se stessi. La restituzione del feedback subito dopo la prova e la possibilità di risperimentare se stessi in prove similari o parallele è ciò che nel particolare caratterizza tale formula, rendendo l’evento una palestra o laboratorio più che una situazione di esame
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- seminari: sono tipologie di eventi costruite sulla formula di un seminario o workshop, finalizzata alla definizione di un piano di sviluppo. Sono caratterizzate da un momento di sviluppo. Sono caratterizzate da un momento di assessment classico (prima giornata) seguito da un momento di feedback (seconda giornata) e di preparazione/formazione all’impostazione di un Personal development plan (Pdp). Quello successivo (terza giornata) è un momento di sintesi in cui partecipanti vengono inviati a formulare il Pdp e a condividerlo con gli osservatori
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- work trial: i partecipanti vengono inseriti in ambienti di lavoro virtuali o reali, con la videoregistrazione delle performance tenute dai soggetti e la successiva discussione con un assessor/trainer
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- Development Center di terza generazione o di “autosviluppo”: sono Development Center in tutto e per tutto simili a quelli di laboratorio già descritti salvo l’assenza degli assessor e la gestione in autonomia dell’evento da parte dei partecipanti. In genere hanno una durata non inferiore a 5 giorni e dalla presenza di un assessor nel ruolo di facilitatore. Sono chiamati di autosviluppo poichè la decisione sulle dimensioni da sviluppare e il modo in cui sperimentarsi sono a carico dei partecipanti. Così l’azienda gioca un ruolo del tutto accessorio quale “sponsor” dell’evento.