29 Marzo 2013

Capacità manageriali: come si “imparano”?

Al fine di incrementare la fiducia in sè, gli ideatori del capitale psicologico (Luthans, Youssef e Avolio) hanno individuato una sessione di formazione che ha inizio facendo identificare ai partecipanti una serie di obiettivi concreti, realistici, misurabili, e scomponibili in sotto-obiettivi.

La sessione procede invitando le persone ad immaginare cosa potrebbe ostacolare il raggiungimento degli obiettivi identificati, a pianificare e prefigurarsi alcune strategie per superare tali ostacoli, riflettendo sulle proprie capacità, conoscenze acquisite ed esperienze passate. In questo modo, oltre che sulla fiducia in sè, l’individuo è portato a lavorare anche sulla propria capacità agentica di anticipazione, che risulterà a sua volta rafforzata.

In linea con questa strategia formativa si colloca la pratica organizzativa del goal setting, volta ad assegnare ai collaboratori obiettivi specifici e sfidanti che incitano alla messa alla prova, alla ricerca di soluzioni alternative ai problemi, alla perseveranza nelle difficoltà, permettendo la piena valorizzazione delle potenzialità individuali.

Per quanto riguarda la resilienza, Luthans propone sessioni formative della durata variabile da una a tre ore volte a rafforzare le componenti considerate alla base della resilienza: le risorse dell’individuo, i fattori di rischio che possono indebolire la capacità di resistere, i processi d’influenza. L’intervento è quindi volto principalmente a individuare quelle strategie utili a generare una crescita quantitativa e qualitativa delle risorse individuali e, allo stesso tempo, ad evitare i rischi e gli eventi negativi come ad esempio evitare di essere in ritardo nelle attività lavorativa in prossimità di una scadenza importante.

Per incrementare la resilienza occorre migliorare, o far acquisire, una visione il più possibile realistica della realtà.

Negli incontri formativi, ciò è realizzabile esortando i partecipanti a ricordare recenti battute d’arresto sul lavoro e ad identificare le reazioni da esse suscitate al fine di analizzare l’accaduto in sottogruppo con l’aiuto di un facilitatore. Tale analisi verte sull’individuazione dei fattori effettivamente sotto il controllo della persona nella situazione problematica, dei fattori al di fuori del suo controllo e di ulteriori opzioni comportamentali  che potevano essere considerate per superare l’ostacolo. In questo modo, è possibile non solo restituire all’individuo un’analisi puntuale della situazione ed offrirgli un punto di vista più realistico, ma anche fornirgli uno strumento per esaminare ed affrontare le difficoltà future e per incrementare la propria capacità di autoriflessione, attraverso la riflessione sugli elementi controllabili o meno.