29 Gennaio 2013

“Dialogo nel buio”: un’esperienza formativa intensa

C’è un posto a Milano dove si impara a vedere oltre: si chiama Dialogo nel buio. Partecipare ai workshop non significa giocare a fare il cieco: chi vive qualche ora nel buio di Dialogo nel buio potrà vedere di più, dentro di sè e dentro gli altri.

I workshop di Dialogo nel buio generalmente hanno una durata di mezza giornata. Le attività possono essere individuali o di gruppo, al tavolo o in movimento e vengono individuate di volta in volta a seconda del tema prescelto. I conduttori del workshop lanciano le attività ed invitano i partecipanti a svolgere i compiti osservando le regole di svolgimento. Al termine, vengono condotti debriefieng per la valutazione dei risultati conseguiti. Il debriefer che ha osservato lo svolgimento dell’intero workshop coadiuvato dal personale non vedente, identifica quali strategie sono state messe in atto nella conduzione delle attività e stimola uno scambio di riflessioni sulle sensazioni provocate dal buio e su come sono state condotte le attività, fornendo analogie con ciò che accade quotidianamente in azienda.

Franco Lisi, non vedente e direttore di Dialogo nel buio all’Istituto Chiechi di Milano racconta che: “In genere dall’esperienza si esce cambiati. La fase di debriefing aiuta i partecipanti a compiere il passaggio da un livello irrazionale a un livello di consapevolezza, ed è qui il valore dell’esperienza di formazione. Oggi, è altrettanto importante avere capacità e abilità emotiva all’interno di un’organizzazione aziendale. E allora anche questo tipo di esperienza  aiuta a ragionare dal punto di vita umano, aiuta a capire quanto è importante oggi sviluppare competenze sociali. Quando mi presentano il curriculum non è più sufficiente chiedere cosa sai fare ma come lo fai, chi sei, chi c’è dentro questo profilo. Se c’è dialogo non c’è buio”.