Diversi ma uguali?
Franco Basaglia, lo psichiatra che ha riportato la psichiatria a essere cura e non segregazione, partiva sempre da una sola considerazione: “Visto da vicino, nessuno è normale”. Voleva porre in evidenza che ciascuno di noi dimostra la sua anormalità, intesa come non riducibilità a uno standard, la sua specificità e, soprattutto, che questo nostro essere ciascuno specifico rispetto agli altri ci rende tutti uguali.
La forma di conoscenza più autentica è il riconoscimento di questo nostro essere tutti uguali e tutti specifici.
E il riconoscimento avviene sempre “a priori”. E’ come dirsi tra sè e sè “Io penso che tu sei come me indipendentemente da quello che pensi, da quello che vuoi, dal ruolo che occupi, dal contesto in cui siamo, da quello che succederà”.
Quante volte invece di unirsi ci si divide “a priori” prima ancora che siano le vere e concrete divergenze a dividerci? E quante volte volte si adottano comportamenti e procedure volti a circoscrivere e limitare i momenti dialettici solo perchè se ne teme il rischio disgregativo?
Tutti concordano sul fatto che le differenze sono una ricchezza. Ebbene, anche i contrasti e le contrapposizioni sono una ricchezza perchè apportano nuova linfa, idee e soluzioni imprevedibili e, quindi, ad alto valore aggiunto.
Se abbiamo lo stesso alfabeto dobbiamo parlare sempre la stessa lingua, anche se diciamo cose diverse.