I gap generazionali in azienda
La diversità generazionale spesso è un ostacolo alla comprensione, ma può essere un valore aggiunto se si mettono a frutto le singole peculiarità delle persone affinchè si sentano valorizzate portando un vantaggio all’azienda.
Se si parla di diversity&inclusion l’età anagrafica non implica necessariamente nè maggiori capacità e conoscenze, nè una implicita dipendenza gerarchica. Spesso tuttavia culturalmente diventa una licenza a comportarsi per esempio in modo “informale” anche in contesti che richiedono relazioni più “formali”.
Rispetto agli anni ’90 la generazione attuale di giovani è culturalmente molto più aperta alle novità, più rapida a coglierne le variazioni ma molto meno propositiva e predisposta a fare la gavetta, cercando rapidamente posizioni apicali senza avere la giusta miscelazione tra competenze tecniche, gestionali e relazionali, oltre che la capacità di vivere il contesto e di saperlo riconoscere.
Le generazioni passate potranno essere d’aiuto nel supportare i giovani trasmettendo loro il valore di dare con tutto l’impegno possibile il proprio apporto all’azienda sentendosi parte integrante di essa.
Il diversity management non deve rimanere un intenzione o un insieme di belle dichiarazioni ma deve prendere forma con azioni concrete.
Di certo non esiste un modello di applicazione univoco ma la condivisione delle esperienze porta con sè nuove idee e progetti: è necessario creare una cultura più sensibile di attenzione alle persone nell’ottica di costruire un’organizzazione di successo.