I vantaggi della “non convenzionalità”
I vantaggi nell’adozione di paradigmi manageriali non convenzionali sono interessanti, quando non mossi da pura ribellione.
Il primo vantaggio è quello di distanziarsi da un paradigma meccanicistico ancora troppo in voga nelle imprese: dato A, consegue B. Se si entra in una logica di causa-effetto il rischio è di smettere di pensare, di affidarsi alle leggi da noi stessi costruite e di porre minore attenzione al mondo esterno per come ci si dà, con l’ossessione di come “deve funzionare”.
La vita organizzativa diventerebbe più emozionante, meno scontata. Quello di una maggiore presenza del mistero, dell’imprevedibilità, sarebbe un secondo vantaggio, anche se è difficilmente misurabile in termini tecnico-economici. Il “mistero” induce e incrementa l’attenzione, non fa abbassare la guardia.
Una terza ragione per incoraggiare il leader audace è che il suo atto coraggioso diviene un fattore di stimolo o di avvio del cambiamento, producendo una sorta di salto quantico.
Non occorre una condotta totalmente non convenzionale, è sufficiente una piccola dose alla bisogna. Per il resto il sistema organizzativo può procedere come di consueto, secondo le leggi ordinarie.