La diversità crea business
Il Diversity Management è nato oltre 30 anni fa negli USA e si è diffuso velocemente anche in Europa, vuoi per la diffusione delle multinazionali americane, vuoi perché l’Europa da sempre è terra multiculturale. Non vogliamo, inoltre, dimenticarci delle Direttive Europee che spingono (da sempre e tuttora) alla tutela della parità di trattamento sui luoghi di lavoro.
Questa volta, però, vorrei riportare il punto di vista sul versante economico (in quanto già tutti sappiamo quanto sia importante valorizzare le diversità in termini culturali ed umanistici).
Di che si tratta
L’obiettivo principale delle politiche di Diversity Management è quello di dar vita ad un ambiente di lavoro dove le differenze non solo non sono fonte di discriminazione, ma al contrario diventano una reale spinta all’ascolto delle necessità di tutti, interni ed esterni, nessuno escluso.
Più le aziende sono variegate, più si attuano politiche manageriali tendenti alla multiculturalità, maggiori sono le possibilità di far emergere talenti, di migliorare l’orientamento al cliente, ma anche la soddisfazione dei dipendenti e il processo decisionale.
Il tutto in un circolo virtuoso di profitti crescenti.
Perché gestire le diversità
La diversità crea business. Seguitemi:
- Un ambiente di lavoro più “naturale”, libero nell’espressione, capace di incastrare punti di vista differenti, trova LE soluzioni più innovative. La diversità, quindi, è il primo veicolo di innovazione che porta a vincere sul mercato
- Il Diversity Management, poi, ha ritorni positivi per quanto riguarda l’immagine e la reputazione aziendale, elemento quanto mai importante di questi tempi
- Gestire le diversità aumenta anche l’Employer Branding, e sappiamo tutti quanto sia fondamentale attirare i talenti in casa
Se non vi ho ancora convinti, dico solo che da un’indagine interna di McKinsey risulta che laddove siano presenti differenze culturali all’interno delle aziende, esse portano benefici in termini di profitto (+35% dei rendimenti finanziari rispetto ai competitor).
Cosa fanno “gli altri”
Alle politiche interne di Diversity Management siamo un po’ più attenti noi delle HR, ma tutto il mondo si sarà reso conto, ormai, di quanto le aziende stiano puntando ad aumentare la loro immagine attraverso politiche di comunicazione esterna che riguardano tutte le diversità:
- Apple – Inclusion & Diversity – Open
- Kaiser Diversity Inclusion
- Finansforbundet
- DiversityIsStrenght – All Blacks
Altri esempi li potete trovare anche in questo articolo di NinjaMarketing.
A mio parere la cultura sociale è già predisposta ad accettare e vivere le diversità, la cultura aziendale deve semplicemente organizzarla e valorizzarla all’interno dei propri flussi.
C’è del lavoro da fare. Dai che
Ciacole no fa fritole (traduzione: le chiacchiere non producono nulla di concreto)