Le assunzioni dei giovani secondo il Censis
Da quanto emerge dall’indagine Censis «Idee e proposte per la competitività del sistema-Italia», che fotografa il rapporto fra giovani e lavoro, ad incidere sull’assunzione di giovani oggi sono un buon colloquio e un CV che vanta esperienze formative all’estero in quanto le esperienze all’estero garantiscono scioltezza in una lingua straniera e capacità di rapportarsi a livello internazionale, soprattutto oggi che i progetti di internazionalizzazione sono così protagonisti dei piani aziendali.
Non a caso il 65,5% degli imprenditori attribuisce maggiori capacità pratiche ai giovani stranieri, più frequentemente disponibili a eventuali trasferimenti e nell’82,4% vengono considerati più flessibili e adattabili.
Meno determinanti il titolo di studio (molto importante solo per il 23,4% degli intervistati) il voto di laurea (16%) ed il prestigio della scuola/università frequentata.
I deficit nella preparazione tecnica è un problema per il 32,3% dei datori di lavoro, ma un percorso di laurea quinquennale in genere assicura sulle competenze adeguate (il giudizio negativo in questo caso scende al 17,5%).
Altri punti critici: eccessive aspettative economiche (35,3%) e difficoltà a sopportare carichi di lavoro elevati (25,6%).
La maggioranza delle imprese analizzate prevede programmi interni per favorire percorsi formativi e di crescita: l’82,6% organizza stage e tirocini con scuole e atenei, il 24,4% finanzia master e corsi di specializzazione, il 20% ha una propria struttura dedicata alla formazione dei giovani che entrano in azienda, l’86,3%, prevede programmi interni di affiancamento e tutorship, la metà finanzia la formazione continua esterna (es.: master) e il 46,7% un’esperienza all’estero nelle proprie strutture aziendali. E non mancano programmi interni di formazione manageriale(44,8%) con giornate di confronto con il top management (40,9%).