L'intelligenza è diventata multipla
Dalle neuroscienze deriva la teoria delle intelligenze multiple di cui il neuroscenziato Howard Gardner è il massimo esponente.
Il presupposto di questa teoria è che le nostre facoltà mentali non sono limitate a quella che la psicologia sperimentale del secolo scorso ha definito “intelligenza” (intesa in senso unitario o fattoriale), analizzata come espressione logica e misurata in termini di quoziente intellettivo (Q.I.)
Esistono numerose facoltà mentali, da Gardner provocatoriamente definite intelligenze multiple, che ricoprono il vasto e articolato campo di azione mentale che ogni essere umano esprime.
Queste intelligenze si presentano come una sorta di dotazione genetica, più o meno consistente, che viene ovviamente arricchita e sviluppata con l’allenamento e l’esperienza.
Ciascuna di queste intelligenze è soggetta a limitazioni di espressione solo in parte superabili: si tratta di vere e proprie trappole mentali che caratterizzano il funzionamento di ogni mente umana.
L’economia sperimentale, ha consentito di dimostrare, sulla base di una vasta serie di esperimenti condotti in condizioni di laboratorio simili alla realtà quotidiana, che decisioni,s scelte e processi di comprensione, con particolare attenzione a quelli di carattere economico, sono in prevalenza basati su meccanismi mentali automatici, intuitivi, emotivamente condizionati, tali da condurre sovente a conclusioni errate e a risultati inefficaci.
Il comportamento umano nei confronti di moltissimi processi mentali, come ad esempio quelli di natura sociale o di natura logica e matematica, non attiva risposte razionali (e quindi corrette ed efficaci), bensì processi irrazionali condizionati dalla componente emozionale della mente e da diffuse limitazioni e distorsioni cognitivo-percettive.