4 Marzo 2014

Reverse Mentoring: a ciascuno le sue responsabilità

A causa dei rapidi e radicali cambiamenti avvenuti negli ultimi 25 anni, le diverse generazioni che oggi convivono nelle organizzazioni sono portatrici di visioni, culture e competenze tecniche e professionali profondamente diverse tra loro, come mai era accaduto in passato. Ciò può essere un elemento di spaccatura all’interno delle aziende, ma anche una grande opportunità di crescita laddove si riesce ad aprire un canale di comunicazione reciproca tra “giovani” e “anziani” che consenta la circolazione del sapere e dell’apprendimento degli uni da parte degli altri.

Il Reverse Mentoring è una relazione di mentoring invertita, dove i lavoratori più esperti lavorano fianco a fianco con le nuove generazioni lasciandosi contaminare da attitudini, culture, modi di pensare differenti.

Una grande distanza a livello di background può ostacolare la comunicazione e il trasferimento di conoscenze. Si rischia di bloccare un processo di mutuo riconoscimento indispensabile per lo sviluppo di un terreno comune di apprendimento.

Sempre più i processi di apprendimento si spostano dalla conoscenza verso l’essere. Questi processi però hanno bisogno di liberare creatività ed energie che consentano di affrontare le nuove sfide.

E qui veniamo ai facilitatori ed al loro ruolo: indispensabile per aiutare i responsabili delle risorse umane a gestire le dinamiche dello scambio sociale.