Schopenhauer e l’elogio della prepotenza
Uscito nelle sale a inizio anno, il film “Quasi nemici” ha portato alla conoscenza del grande pubblico un piccolo libro di Arthur Schopenhauer: “L’arte di avere ragione”. Nel film, un professore universitario cinico e senza scrupoli, inizia una sua giovane allieva all’arte della retorica ispirandosi al libro in questione e ripetendole più e più volte ‘L’importante è avere ragione e chi se ne frega della verità’.
Secondo Schopenhauer, la dialettica è l’arte della disputa allo scopo di ottenere ragione con ogni mezzo: lecito o illecito. Tutt’altra cosa rispetto alla logica usata dai ‘puri’ per sostenere le proprie tesi con argomenti oggettivi. Nel libro, l’illustre filosofo spiega e mette a disposizione dei lettori 38 stratagemmi fruibili da chiunque, in malafede, miri a prevaricare gli altri.
Queste astuzie retoriche, in maniera subdola, puntano a confondere, destabilizzare, intimorire per sgretolare le certezze dell’interlocutore. Qualche esempio?
Stratagemma 4 : PREMESSE IN ORDINE SPARSO. Far ammettere all’interlocutore una premessa per volta in ordine sparso in modo da non fargli capire dove si vuole andare a parare per portarlo senza che se ne renda conto alla conclusione cui si voleva arrivare.
Stratagemma 8: IRA. Fare arrabbiare l’avversario per diminuire la sua capacità di ragionare lucidamente.
Stratagemma 14: SFACCIATAGGINE. Esclamare in modo trionfante che l’interlocutore con le sue risposte ha dimostrato la nostra tesi anche se non è affatto così.
Stratagemma 18: SVIARE IL DISCORSO. Se l’interlocutore presenta un’argomentazione che lo porterà alla vittoria, impedirgli di concluderla cambiando velocemente argomento.
Stratagemma 19: GENERALIZZARE. Rispondere alle richieste di prove specifiche con discorsi vaghi e generali.
Stratagemma 30: ARGOMENTO D’AUTORITÀ. Tirare in ballo quanto detto da un’autorità riconosciuta dall’interlocutore o pregiudizi e opinioni diffuse per avvalorare la propria tesi.
Stratagemma 38: ATTACCARE LA PERSONA. Se si capisce che l’avversario è più bravo e vincerà la disputa, diventare offensivi e attaccarlo sul piano personale.
Dai pochi citati stratagemmi, si può ben comprendere l’intenzione di chi li usa: VINCERE, a qualsiasi costo, con ogni mezzo!
Una curiosità: il libro in questione, che tante remore può suscitare, fu pubblicato dopo la morte del filosofo forse perché egli stesso se ne era pentito, come risulterebbe da certe epistole. Ebbene, come dargli torto visto che sembra un’istigazione alla prepotenza! Anche Einstein quando comprese l’utilizzo che era stato fatto delle sue scoperte se ne pentì amaramente!
Tuttavia è pur vero che qualsiasi strumento può essere utile o nocivo; dipende dall’uso che decidiamo di farne. E l’utilizzo che decidiamo di farne dipende dalle persone che vogliamo essere, dai nostri valori. Come un affilato coltello può essere usato per preparare piatti prelibati o per uccidere, così la parola, può essere usata a scopo di offesa o di difesa: spetta a noi decidere.
D’altro canto, se è vero che il comportamento e il modo di comunicare rivelano chi siamo, sarà facile capire con chi abbiamo a che fare dalle cose che l’altro dice e da come le dice.
Grazie quindi per aver messo nero su bianco questi spregiudicati mezzi per ottenere ragione; conoscerli ci darà modo di individuarli più facilmente e difenderci da certe insidie spesso subdole e velate come sono in genere le più sottili e furbe manipolazioni.
Per farlo, l’unico modo che abbiamo è un ascolto attento, scevro da emozioni che ci farebbero perdere la lucidità per controbattere in maniera efficace o anche solo per ignorare argomentazioni fuori tema.
Ascoltare con molta attenzione ci permetterà di capire chi abbiamo davanti, smascherare il suo gioco, distinguere verità oggettive da opinioni soggettive, evitare di seguire l’interlocutore laddove ci vuole portare, distinguere affermazioni generiche da affermazioni specifiche, respingere attacchi alla persona che distolgono dal vero oggetto della disputa.
Contrastiamo quindi l’arte di avere ragione con l’arte dell’ascolto!
Imparare ad ascoltare non è cosa facile ma vale la pena impegnarsi. Vi assicuro: in moltissimi casi ci conviene!
Rossana Cardellicchio – Formatrice, Counselor e Coach
Credo fortemente nella formazione trasversale e nella consulenza per agevolare la crescita personale delle persone e dare così valore aggiunto alle professionalità.