Welfare e dintorni
Occuparsi dei propri collaboratori è etico, economico (visti i ritorni sugli investimenti), consapevole, ingaggiante. Aumenta la Brand Reputation ed è un ottimo strumento di Employer Branding.
Non solo.
Facciamo chiarezza
Si può (deve) organizzare un sistema di welfare aziendale non solo finalizzato al risparmio fiscale (grave errore che in molti compiono), ma altresì alla cura delle persone perché, mettiamocelo in testa: i sistemi di welfare aziendale sono finalizzati alla crescita ed allo sviluppo dei nuovi ecosistemi.
Il welfare è innovazione sociale, è una questione organizzativa e sociale, di cura delle persone e dello loro famiglie:
- non si traduce in solo risparmio economico: è uno strumento di ingaggio dei collaboratori, che stima un ritorno fino a 7 volte il risparmio fiscale (se bene fatto e soprattutto ben spiegato)
- non è un “affare interno”: impatta stakeholder esterni, CSR, comunità e territorio
- non è sufficientemente conosciuto nelle popolazioni aziendali, e questo si traduce in diffidenza soprattutto se interpretato al solo risparmio fiscale
- ha colto “di sorpresa” molte aziende che non si stanno sufficientemente organizzando per creare valore da questa opportunità
Come fare
Per non impiegare inutilmente risorse ed energie:
- il primo passo da fare è comprendere la popolazione aziendale e sondare le loro esigenze
- analizzare il mercato locale di riferimento per intercettare nuovi nodi da aggiungere alla rete territoriale
- verificare il budget a disposizione e le modalità di finanziamento ai premi
- costruire, insieme anche alle parti sindacali, piattaforme di welfare da rivedere periodicamente
I tempi corrono e le parti sono mature, i collaboratori devono essere educati a questa trasformazione e l’organizzazione deve accompagnare a questo cambiamento l’intera struttura.
Attenzione, perché ulteriori ritardi possono compromettere la capacità innovativa aziendale:
Speta muss che l’erba cresi